Chiesa di San Giulio

Chiesa di San Giulio
Indirizzo Via Speroni, 6, 20825 Barlassina MB, Italia
Punti di contatto
Cap 20825
Modalità di accesso

Assenza di barriere architettoniche

Dà notizia dell’esistenza in Barlassina, sin da quell’epoca, di una Chiesa dedicata a S. Giulio d’Orta («In Barnaxina ecclesia sancti Iulii»): la tradizione dice che la sua edificazione sia da attribuire direttamente al santo, vissuto nel IV secolo d.C. e costruttore di molte chiese.

Notizie più certe sulla sua struttura e sulla storia della parrocchia si hanno però soprattutto a partire dal XVI secolo, e in particolare dall’età di S. Carlo Borromeo: da documenti dell’epoca, connessi con le visite pastorali del 1567 e 1569, possiamo ricostruire le dimensioni e la struttura della chiesa, che aveva tre campate, le pareti di mattone non intonacato, il tetto ligneo con tegole a vista, due cappelle (una dedicata a S. Antonio Abate e una alla Madonna Assunta). Intorno alla chiesa vi era, come usava a quei tempi, il piccolo cimitero della comunità.

Fu S. Carlo, dopo la sua visita pastorale, a sollecitare lavori di ristrutturazione della piccola chiesa, (e anche del circostante cimitero), lavori che – fra rallentamenti e interruzioni – durarono molti decenni (sappiamo che l’architetto Ercole Turati vi lavorò tra il 1613 e il 1623) e portarono, nella prima metà del XVII secolo, ad un edificio assai simile, nella struttura, alla attuale parte antica della chiesa (quella posteriore), con sei cappelle laterali, la più notevole delle quali è, guardando dal fondo della chiesa, la terza sulla destra, dedicata alla Madonna dell’Aiuto e contenente affreschi della scuola di Bernardino Luini.

Il successivo ampliamento avvenne nel 1892 e comportò l’aggiunta di un “braccio” e una nuova abside nella parte anteriore, così che la pianta della chiesa divenne “a croce latina”. Nel 1905 fu alzato il piccolo campanile, corredato di cinque campane (sostituite poi, dopo essere state confiscate e fuse per esigenze belliche, nel 1946).

La ristrutturazione più recente, che diede alla chiesa la fisionomia attuale, fu quella che avvenne tra il 1931 e il 1933. Ad essa sarà dedicato uno spazio maggiore nelle pagine seguenti: basti per ora ricordare che in questa circostanza la parte anteriore della chiesa fu ampliata con la costruzione di una struttura ottagonale sormontata da una cupola; anche la struttura e l’altezza del campanile vennero modificati.

Nel 1950 l’Arciprete don Francesco Gattinoni affidò all’Istituto Beato Angelico di Milano, e in particolare al maestro Ernesto Bergagna, il compito di decorare l’abside del nuovo edificio, nella quale fu rappresentato un Cristo Pantocrator benedicente, circondato dai cori angelici.

Nel 1981 l’Arciprete don Dante Crippa diede incarico al pittore astrattista barlassinese Valentino Vago di affrescare la parte ottagonale della chiesa. Don Dante, in anni più recenti, fece altresì realizzare i nuovi portali bronzei.

Numerosi interventi, connessi anche con la valorizzazione delle innovazioni liturgiche introdotte dal Concilio Vaticano II, aggiunsero alla chiesa – negli anni in cui ne furono parroci don Antonio Molteni, don Dante Crippa, don Sandro Chiesa – elementi di notevole rilievo artistico: tra gli altri, il nuovo altar maggiore, in marmo bianco, con un bassorilievo che rappresenta l’Ultima cena; il fonte battesimale bronzeo, opera dello scultore barlassinese Claudio Borghi, sulla sinistra dell’altar maggiore, dietro l’ambone; i portali bronzei, realizzati dallo scultore vittuonese Carlo Chiodini; la singolare Via crucis lignea collocata in fondo alla chiesa, opera del barlassinese cav. Luigi Legnani (donata alla parrocchia da Mons. Gervasio Gestori, che l’aveva a sua volta ricevuta in dono dalla famiglia Legnani), nella quale le quattordici stazioni sono interpretate da altrettante intense espressioni del volto di Cristo. Nelle festività liturgiche maggiori (Natale, Pasqua) vengono occasionalmente esposte sculture lignee di Giuseppe Prato (cui si deve anche la realizzazione della statua della Madonna di Fatima nella cappellina posta a destra dell’altar maggiore), a testimonianza anche di una significativa valorizzazione delle tradizionali attività di lavorazione artistica del legno in Barlassina. 

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